Legge sulla geoinformazione: c’è bisogno di qualche correzione
24º giugno 2024 – L’iter della Legge sulla geoinformazione attualmente all’esame del Parlamento continua a essere difficile e la Commissione dell’ambiente, della pianificazione del territorio e dell’energia del Consiglio nazionale – CAPTE-CN ha deciso di rinviare il progetto al Consiglio federale per una verifica approfondita. Anche l’Associazione Materiali di costruzione circolari Svizzera è stata coinvolta nel dibattito, in seno al quale ha espresso il proprio dissenso alla proposta di legge nella sua forma attuale. Tra le riserve espresse, c’è anche la necessità di integrare meglio nel disegno di legge i principi del segreto d’affari.
Materiali di costruzione circolari Svizzera accoglie con favore gli sforzi del Consiglio federale sotto l’egida di ristoppo per l’introduzione di una nuova Legge sulla geoinformazione in grado di aderire a principi di equità. L’Associazione si era già premurata di esprimere la propria posizione circa due anni fa in occasione della consultazione (parere in formato PDF). Il relativo messaggio del Consiglio federale in merito alle modifiche alla Legge sulla geoinformazione ha tuttavia deluso le aspettative dell’Associazione, che infatti lo respinge in quanto non sufficientemente attento alle richieste perpetrate nel parere summenzionato. Le critiche e le richieste più importanti comprendono le fattispecie sotto elencate:
Dovrebbe risultare possibile assegnare alle aziende il solo onere relativo alla fornitura dei dati riguardanti il sottosuolo con esclusione di quelli attinenti alla superficie, quali per esempio i dettagli sull’estrazione di ghiaia, in virtù del fatto che, a differenza del sottosuolo, la superficie è di proprietà privata.
Gli uffici preposti dovrebbero poter richiedere solo dati per i quali sussiste un interesse pubblico e la possibilità di essere acquisiti con un onere commisurato.
I dati devono essere trattati in modo confidenziale. Non devono essere oggetto di pubblicazione, nonché di inoltro ad altri uffici o di condivisione tra Confederazione, Cantoni e Comuni.
Le aziende devono potersi opporre alla loro divulgazione, qualora essi riguardino un segreto d’affari.
Le imprese devono ricevere un sostegno finanziario per la raccolta e la trasmissione dei dati.